Ottant’anni fa l’omicidio dei Fratelli Rosselli
Carlo e Nello Rosselli furono uccisi in Francia, a Bagnoles de l’Orne il 9 giugno 1937. Si trattò di un delitto del fascismo europeo: perpetrato dall’organizzazione terroristica di destra francese della Cagoule, su mandato del governo fascista italiano attraverso il Sim (Servizio Informazioni Militari) e avendo tra i morivi che lo determinarono l’intervento di Carlo alla difesa della Repubblica Spagnola nel 1936, costituendo la prima colonna italiana che venne schierata in campo.
Comune l’impronta mazziniana della loro formazione (Giuseppe Mazzini era morto a Pisa nel 1872 sotto falso nome in casa del loro avo Pellegrino Rosselli). Carlo si era poi orientato verso il Psu (il partito socialista riformista di Giacomo Matteotti e di Filippo Turati,) Nello verso l’Unione Nazionale di Giovanni Amendola.
Evaso clamorosamente dal confino all’isola di Lipari nel 1929, Carlo Rosselli, giunto a Parigi aveva fondato un nuovo movimento “Giustizia e Libertà” e pubblicato in francese nel 1930 il suo manifesto teorico “Socialismo Liberale”. Nello, più volte incarcerato e confinato, aveva scritto importanti libri sul Risorgimento italiano.
Sono passati ottant’anni e importanti celebrazioni sono state preparate sia in Francia che in Italia. A Parigi il 6 giugno si svolgerà presso l’Istituto Italiano di Cultura un convegno storico italo francese, il 7 la nostra fondazione Circolo Rosselli organizza un pellegrinaggio a Bagnoles de l’Orne al monumento , scolpito nel 1949 da Carlo Sergio Signori nello studio Nicòli di Carrara.
Nel 1951 le salme dei due fratelli, inizialmente tumulate nel cimitero parigino del Père Lachaise, vennero traslate a Firenze nel “Quadrato del Non Mollare” del Cimitero di Trespiano. Al vertice la tomba dei Rosselli con la scritta dettata da Piero Calamandrei: Carlo e Nello Rosselli/Giustizia e Libertà/Per questo morirono/per questo vivono. Di fronte quattro massi con i nomi di persone che furono compagni dei fratelli Rosselli nell’edizione e nella diffusone del primo giornale clandestino antifascista d’Italia il “Non Mollare”: Gaetano Salvemini, Ernesto Rossi, Nello Traquandi ed Enrico Bocci. Mentre per i primi tre sono sepolture, per Bocci si tratta di un riferimento simbolico. Leader, nel 1944, del gruppo di radio Cora, la radio clandestina antifascista che faceva capo al partito d’azione, Bocci venne catturato, orribilmente torturato e ucciso a Villa Triste; il suo corpo non venne mai trovato.
Che cosa ci dicono oggi i Rosselli, ed in particolare il più direttamente politico dei due, cioè Carlo?
Con “Socialismo Liberale”, Carlo aveva inteso conciliare i due grandi ideali laici del novecento. Il Socialismo, aveva scritto Carlo è liberalismo in azione, in altre parole è quell’insieme di politiche che potevano rendere il godimento delle libertà effettivo per tutti, anche per le classi lavoratrici, per le classi oppresse in genere.
Nel 1989, con la caduta del muro di Berlino e la dissoluzione dell’Unione Sovietica, il socialismo liberale sembra avere la meglio, sul socialismo autoritario e dittatoriale Ed è così in effetti. Solo che sulla sua destra, impetuoso, è venuto a spirare un vento liberal-liberista (i moderni politologi parlano di ordo-liberismo). Il contrasto tra i due filoni ideali e politici è evidente: il socialismo liberale ritiene che le società si sviluppino realmente , in senso non solo quantitativo ma anche qualitativo, se gli individui vengono tutelati socialmente, assistiti sanitariamente, forniti delle opportunità di accedere all’istruzione e alla formazione e se lo stato impedisce i monopoli ed è in grado di orientare la società sulle grandi finalità economico-sociali. I Liberal liberisti ritengono invece che le società progrediscono se gli individui non sono troppo tutelati, sentano addirittura il morso del bisogno, la competitività sia rude, le disuguaglianze, anche quelle veramente divaricanti, benefiche per lo sviluppo economico. Lo stato, meno vincoli e regolamenti mette all’attività economica e meglio è.
Se il processo di globalizzazione ha migliorato il tenore di vita per centinaia di milioni di persone che erano precedentemente rimaste ai margini dello sviluppo economico, vi sono stati nel mondo sviluppato arretramenti economici ed occupazionali per aree e ceti sociali che si sono sentiti emarginati dalla globalizzazione stessa.
Come risultato è sorto un terzo contendente, cioè quello che viene definito come un sovranismo- identitario, che spera di rimettere l’orologio indietro, limitando o vincolando il processo di liberalizzazione economica internazionale e quegli imponenti fenomeni migratori che, a causa anche ai conflitti in atto, stanno percorrendo il nostro globo. E’ l’epoca delle paure, di fronte al terrorismo estremista islamico, e, sul piano economico, di fronte alle delocalizzazioni che colpiscono le classi lavoratrici, che ha determinato un vero e proprio insediamento nelle basi elettorali un tempo di sinistra di forze di carattere sovranista e identitario, cosiddette populiste, se non addirittura di destra.
Come dare oggi nuova forza e nuovi consensi all’affermazione dell’inscindibilità del binomio rosselliano di Giustizia e Libertà? Con quale progetto generale, con quali referenti sociali? Sono gli interrogativi di chi si colloca nella sinistra democratica o almeno nel centro-sinistra. Ma è di qui, da questa limpida affermazione che bisogna ripartire e per questo è giusto e opportuno ricordarli.
Valdo Spini
Da “Il Tirreno” del 28 maggio 2017
Da LABURISTA Notizie 3/2017